Una storia che arriva da lontano e da una vecchia amicizia di famiglia con Gravina ma il tecnico giallorosso ha avuto pochi tentennamenti
Una storia che per alcuni è misteriosa, per altri titubante e per altri ancora chiara come il sole. Ognuno è convinto della propria tesi e della propria storia inerente alla chiamata della Figc a Claudio Ranieri e tutto quello che è successo nelle ore e nei giorni successivi. Tutto in poco tempo.
Tutto comincia domenica nella tarda mattinata, con l’Italia che aveva perso nettamente 3-0 con la Norvegia e Gravina, già subito nel post gara non era affatto tranquillo, anzi molto agitato al pensiero di rischiare di non andare ai mondiali per la terza volta di fila. E si innescano riflessioni e timori di ogni genere, tanto che dopo un rapido check con Buffon si decide praticamente di sollevare Spalletti dal suo incarico, di parlarne con lui.
Non passa molto tempo da quando Gravina fa la prima telefonata a Claudio Ranieri che appena vede numero e sente la voce al telefono (i due si conoscono da anni e sono amici anche con le famiglie) capisce tutto al volo. Il presidente della Federcalcio senza tanti giri di parole offre all’ex tecnico e ora consulente della Roma la panchina della nazionale, tanto che la prima risposta a getto di Ranieri sarebbe stato un no grazie, ma Gravina ha insistito e chiesto allo stesso Ranieri di rifletterci bene per un po’, tanto che si sarebbero sentiti da lì a poco nella serata.
Già nella prima telefonata, ribadita anche nella seconda, Ranieri ha sempre messo in chiaro che la Roma non l’avrebbe mai lasciata, forse se ci fosse la possibilità di fare entrambe le cose si potrebbe tentare una strada. E così è stato, con l’avvocato della Federcalcio che ha spulciato ogni regola e ogni norma per cercare di capire se fosse possibile questa situazione.
In realtà qualche ostacolo c’era, soprattutto se Ranieri figurava come dipendente e come tesserato, ma a tutti gli effetti il suo contratto scadeva il 30 giugno e dopodiché sarebbe diventato ufficialmente un consulente esterno non dirigente anche se su questo i Friedkin pressavano per averlo dentro a tutti gli effetti. Ed era più che altro su questo che la situazione si faceva pressante da parte degli americani.
La situazione procedeva spedita, ma solo ed esclusivamente da parte della Federcalcio che si mostrava ottimista su tutta la storia, ma da Ranieri non c’era così tanta certezza anzi, tutt’altro. Una cosa da non trascurare lo stato d’animo di Gasperini appena arrivato.
Ufficialmente il tecnico si mostrava felice per il collega, ma la verità è che Gasp non era così tanto contento che appena arrivato il suo principale garante e amico se ne andasse subito. Questa è la verità. E anche questo Ranieri l’aveva non tanto intuito, ma capito benissimo. Senza contare poi il fastidio della gente romanista che montava di ora in ora. Ed è anche per questo che nella serata di lunedì 9 giugno, Ranieri ha inviato un messaggio a Gravina ringraziandolo, ma declinando l’invito della nazionale.
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