Juve, è lui l’uomo in più di Tudor: è una “rinascita”

C’è un giocatore che ha ridato fiducia e consapevolezza alla squadra e su di lui il tecnico si appoggia tantissimo

La differenza tra il giorno e la notte. E non sono parole di circostanza, ma dati e numeri suffragati da fatti. E’ il ritorno di un giocatore che è mancato davvero tanto, troppo vedendo quello che accadeva quando c’era e quando non c’era. Ma ora eccolo di nuovo, e si vede.

Igor Tudor poco prima che cominci la gara di campionato
Juve, è lui l’uomo in più di Tudor: è una “rinascita” (Foto Lapresse) Controcalcio.com

Un cambio che non si poteva non notare. Un elemento chiave nella difesa della Juve che permette alla squadra di Tudor di viaggiare a ritmi elevati in testa alla classifica, quasi senza soffrire. Quell’elemento di cui si sentiva la mancanza e che si vede chiaramente che con lui in campo, la differenza è netta quando non c’era, e con tutto il rispetto per i suoi compagni di reparto, ma con il rientro di Bremer la squadra è tutt’altra cosa.

E non è un caso che dopo le prime due giornate la Juventus è non solo prima in classifica ma soprattutto senza aver subito alcun gol. Bravura dell’intero reparto guidato di nuovo dal centrale brasiliano, tornato al centro della difesa dopo dieci mesi di assenza per il gravissimo infortunio al ginocchio subito nell’ottobre scorso.

Per molti potrebbero essere un caso, una coincidenza ma non lo è affatto e lo sa bene anche Tudor che, da vecchio ed esperto difensore, conosce bene la differenza tra chi è un bravo difensore e chi un campione nel suo campo. E da quando Bremer è rientrato la retroguardia è di nuovo imbattuta: zero gol incassati contro Parma e Genoa.

La Juve ha ritrovato “muro” Bremer

Può essere un’esagerazione ma non lo è e basta osservare i numeri della passata stagione. Già perché pure il povero, si fa per dire, Thiago Motta ne ha fatto le spese anche perché all’inizio della sua avventura, è vero che la squadra non brillava tanto per il gioco, ma aveva impressionato per solidità e fase difensiva organizzata tanto che concedeva poco agli avversari.

E questo anche perché (o solo) c’era un certo Gleison Bremer al centro della difesa e guidare, contrastare e fare da stimolo ai suoi compagni di reparto che si alternavano e che non sfiguravano mai.

Bremer è il classico esempio del campione che non solo fa giocate e contrasti impressionanti, ma è da stimolo per gli altri a migliorarsi e a migliorare gli altri. Gente come Gatti, ad esempio, con il brasiliano aveva un rendimento e sfumature diverse a quando il compagno è stato assente.

E anche con Thiago almeno fino a quando c’era lui, nessuna rete incassata e anche pochi tiri in porta permessi, almeno in quelle prime sei giornate del passato campionato. E non è un caso che tutto è cambiato in maniera drastica e anche drammatica quando in Champions League a Lipsia, Bremer si infortuna al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. E per la Juve, ma anche per Thiago Motta, è cambiato tutto in maniera radicale.

Gleison Bremer appena rientrato in campo con la Juve
La Juve ha ritrovato “muro” Bremer (Foto Lapresse) Controcalcio.com

Ora tutto è permesso o quasi. O quanto meno con lui al centro della difesa tutto appare possibile. Da molti addetti ai lavori è considerato il difensore più forte del mondo e se i numeri verranno confermati, il centrale brasiliano potrebbe far sognare di nuovo ma anche attirare l’attenzione di grandi club, come il City di Guardiola che stravedeva per il difensore.

Adesso la Juve è non solo più sicura ma anche più granitica e questo anche solo per un giocatore che è unico ed essenziale nel suo genere. E quel salvataggio decisivo contro il Parma all’esordio è l’esatta fotografia di quello che rappresenta questo ragazzo per Tudor, per la Juve e per tutti i tifosi bianconeri. Non contano solo i gol e chi li sa fare ma anche e soprattutto chi li evita e non fa tirare in porta. Un plus valore da pochi considerato.

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