Il presidente interista molto contrariato dopo il match di ieri sera, l’opinionista di Controcalcio fa rivelazioni importanti sui motivi della sua rabbia
Va in archivio una delle serate più folli e imprevedibili del calcio italiano. Il ritorno all’antico, con tante gare in contemporanea, ha offerto l’attesissima altalena di emozioni e colpi di scena, anche molti più del previsto. Al termine dei novanta minuti della 37esima giornata, il Napoli stecca a Parma, ma, incredibilmente, resta davanti all’Inter, che non riesce a fare sua la gara con la Lazio, in un rimpallo di episodi clamorosi, tra il ‘Tardini’ e San Siro, specialmente negli ultimi minuti.
I rocamboleschi pareggi delle due contendenti per lo scudetto hanno causato polemiche in campo e fuori. Adesso, c’è attesa per l’ultima giornata, quella della resa dei conti, con il Napoli a giocare in casa contro il Cagliari e l’Inter in quel di Como, per il verdetto definitivo. Degna conclusione (ma sarà così, con lo spettro dello spareggio?) di una stagione tesissima e tirata, in cui molti protagonisti hanno i nervi a fior di pelle, per i motivi più disparati.
Ha fatto discutere il silenzio stampa dell’Inter, alla fine della gara con la Lazio, con i nerazzurri rimasti a lungo nello spogliatoio. Ma secondo Fabio Bergomi, il punto non sarebbero le decisioni arbitrali contrarie.
Secondo l’opinionista di Controcalcio, infatti, la vera ragione starebbe nella contrarietà di Marotta alla gestione dell’intera partita, che rischia di costare il campionato ai nerazzurri che avevano tra le mani il sorpasso al Napoli.
In diversi post su ‘X’, Bergomi ha spiegato il suo punto di vista: “Sono rimasti tutti per un’ora nello spogliatoio, giocatori, staff e dirigenti. Marotta ha fatto un cazziatone a tutti e ha lasciato lo stadio imbufalito. Se il Napoli fa due punti tra Genoa e Parma, devi solo mangiarti le mani, eravamo a un passo dall’essere campioni d’Italia e si è buttato uno scudetto“.
Bergomi richiama quindi tutti a compattarsi in vista dell’appuntamento da non fallire assolutamente, quello della finale di Champions League a Monaco: “E’ la partita più importante degli ultimi 15 anni, non si può approcciarla male”.
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