L’attacco a Ivan Juric smuove il dibattito: occhio all’ultima rivelazione sullo spogliatoio della Roma dopo il ko arrivato contro l’Inter
La Roma non è riuscita a uscire dal suo momento negativo dopo la pausa per le nazionali. I giallorossi, infatti, hanno deluso anche in casa contro l’Inter, nonostante i tanti problemi patiti dai nerazzurri, e sono stati sconfitti con il risultato di 0-1, dopo un gran gol di Lautaro Martinez.
La rete del Toro è stata pesantissima per smuovere la classifica della Beneamata, ma soprattutto non ha placato la frattura del tifo capitolino con la squadra e con la società, che presto potrebbe cambiare lasciando spazio a fondi provenienti dall’Arabia Saudita e dal Qatar.
Per il momento, la protesta dei supporters e della curva continua, anche la sensazione che Juric non sia proprio il profilo giusto per portare avanti il progetto che i Friedkin hanno (o avevano) in testa. Le critiche negli ultimi giorni non sono mancate per il tecnico ex Torino, ma anche nel Contropodcast si è parlato del suo rapporto con i calciatori che ha a disposizione e delle gerarchie tra i giallorossi. È arrivato un pensiero piuttosto forte sul tema.
Francesco Di Giovambattista, match analyst e protagonista del Contropodcast, inizia un ragionamento su club della città eterna e sul suo tecnico: “La Roma ha preso un allenatore che sa essere molto rigido nel suo modo di intendere il calcio, nella gestione del gruppo, le gestione mediatica…”. Ma a quel punto Damiano Er Faina interrompe: “Ma non lo sta dimostrando”. E Di Giovambattista ribatte: “Non lo può dimostrare adesso“.
A questo punto, Coccia prende la parola per spiegare il suo pensiero: “Juric era uno che se arrivava a Verona, dopo due giornate, mandava a quel paese un giornalista. Oggi cosa fa? Grandi, siete tutti belli, è tutto bello, è tutto un Paradiso. Ma quale Paradiso?”.
E ottiene una risposta finale: “La dimensione di Juric, messa dentro il contenitore Roma… È una dimensione superiore rispetto a quello che aveva sempre fatto. È diverso rispetto alla Lazio e a Baroni“. Sicuramente i progetti erano diversi fin dal principio, ma ora i giallorossi devono dimostrare chi vogliono essere, e soprattutto dove vogliono arrivare.
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