La Juventus taglia il traguardo del ritorno in Champions, ma con un finale di stagione in grande affanno: il dato che inchioda i bianconeri
A piccoli, piccolissimi passi, la Juventus è riuscita a raggiungere la qualificazione aritmetica in Champions League, ma che fatica. La seconda parte di stagione dei bianconeri è stata a dir poco sotto tono e soltanto i tantissimi punti accumulati fino a fine gennaio hanno evitato di mettere seriamente a rischio il traguardo.
Era una Juventus che dopo la fine del girone d’andata pareva poter rimanere agganciata all’Inter e contestarle la vittoria dello scudetto. Poi improvvisamente è cambiato tutto e l’efficacia dei risultati è venuta clamorosamente meno, partorendo una striscia negativa che ha quasi dell’incredibile. Appena 15 punti in 15 giornate, con soltanto due vittorie, quelle di misura contro Frosinone e Fiorentina.
Dopo il successo con i viola all’inizio di aprile, sono arrivati quindi cinque pareggi di fila, contro Torino, Cagliari, Milan, Roma e Salernitana. Contro i sardi e contro i campani già retrocessi, rischiando addirittura la sconfitta e salvandosi solamente nei minuti finali. Al netto della sfortuna sotto forma di tre pali e altre occasioni clamorose fallite, con la Salernitana è emersa in tutta la crudezza la difficoltà della Juventus in questo finale di stagione. Segnale evidente che il ciclo di Allegri è alla fine.
C’è adesso un ultimo obiettivo da provare a portare a casa, la Coppa Italia, con la finale di domani sera contro l’Atalanta. Il momento di forma delle due squadre non potrebbe essere più diverso e la Juventus sarà chiamata a una prova d’orgoglio per tornare a sollevare un trofeo dopo tre anni di digiuno. Ma c’è un dato più di tutti che preoccupa nell’immediato e in prospettiva.
E’ una Juventus a cui manca in maniera clamorosa qualità e brillantezza e questo viene sottolineato dal fatto che in campionato i bianconeri non segnano su azione manovrata dalla gara con l’Atalanta di inizio marzo. In quell’occasione, due reti di ottima fattura da parte di Cambiaso e Milik, nella partita finita 2-2.
Poi, soltanto reti da sviluppo di calcio piazzato. Quella di Gatti con la Fiorentina, il calcio di punizione di Vlahovic e l’autorete con il Cagliari, il colpo di testa di Bremer a Roma, la zampata di Rabiot contro la Salernitana su azione d’angolo. Una tendenza da invertire assolutamente. E la necessità di pensare un calcio diverso, con Giuntoli che starà già riflettendo da tempo su questo.
Il centrocampista francese, cresciuto molto in questa stagione, ha attirato su di sé l'interesse di…
Il club atalantino sta arrivando al termine di un'avventura che dura da dieci anni, ma…
La Roma è sempre nel mirino: stavolta la polemica si è scatenata in diretta per…
Il Milan è ancora in alto mare per quanto riguarda la composizione della dirigenza: torna…
L'opinionista di Controcalcio svela una nuova pista per Cesc Fabregas, il tecnico del Como può…
Un cammino da favola che ha sorpreso tutti, nessuno si aspettava che il tecnico facesse…